Che cosa sta a cuore ad un genitore
più della felicità dei propri figli?
Chiunque si ponga
domande serie su che cosa sia la felicità dei propri figli scopre
immediatamente quanto sia difficile il ruolo di genitore. E a volte ne rimane
spaventato. A chi chiedere sostegno?
La risposta che offre il Faes si basa su almeno due ottime
ragioni.
1.
Il modello di “fare scuola”,
pensato per affiancare il genitore e fare emergere con
equilibrio la persona adulta che è già presente in potenzialità.
2. La comunità dei genitori,
coinvolta e partecipe nello sviluppo della scuola anche
attraverso proprie attività. Un clima aperto all’amicizia fatto di condivisione,
partecipazione, sostegno, accoglienza, incoraggiamento.
Una rete organizzata per
eventi e scambi,
da quelli più operativi a quelli culturali, che permette ad ogni genitore di
non sentirsi solo nell’impegnativo “mestiere” di far crescere bene i propri
figli e di creare nuove amicizie.
Noi genitori lo facciamo perché
siamo “egoisti”, ci interessa la felicità dei figli, ma
non solo dei nostri, e riusciamo più facilmente a realizzare questo impegno
stando insieme, pronti a darci una mano, a confrontarci, a condividere le
esperienze quotidiane.
Offriamo un ambiente
confortevole, un clima sereno, un modello testato in decenni di successo nel
mondo, la tutorialità (fin dal 1974), l’omogeneità, il fare scuola insieme
docenti e genitori,
c’è di più?
Sì!
Ecco altre iniziative
spontanee di collaborazione tra genitori e altre attività organizzate per le
famiglie.
• facilitare i genitori (in particolare
le mamme che lavorano) offrendo un servizio pullman e favorendo l’aiuto
reciproco per accompagnare e riportare a casa i figli a scuola;
• incontri serali per aiutare ad
affrontare i problemi legati all’adolescenza;
• organizzazione di soggiorni in
località turistiche (mare e montagna) per condividere parte delle proprie
vacanze con altre famiglie (un successo anche con i figli adolescenti);
• incontri e iniziative per aiutare i
figli nella scelta dell’università, ma anche ad arrotondare la “paghetta” con
attività di baby-sitting, traduzioni, ripetizioni…;
• trovare aiuto nell’educazione, nel lavoro,
nelle piccole cose;
• dialogare con serenità con la scuola
per individuare miglioramenti;
• trovare il sostegno di adulti
affidabili quando c’è bisogno di un aiuto esterno per i nostri figli
adolescenti.
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