mercoledì 16 maggio 2012

Dimmi perché lo fai: la scuola dei genitori


Che cosa sta a cuore ad un genitore
più della felicità dei propri figli?

Chiunque si ponga domande serie su che cosa sia la felicità dei propri figli scopre immediatamente quanto sia difficile il ruolo di genitore. E a volte ne rimane spaventato. A chi chiedere sostegno?
La risposta che offre il Faes si basa su almeno due ottime ragioni.

1.    Il modello di “fare scuola”,
pensato per affiancare il genitore e fare emergere con equilibrio la persona adulta che è già presente in potenzialità.

2.   La comunità dei genitori,
coinvolta e partecipe nello sviluppo della scuola anche attraverso proprie attività. Un clima aperto all’amicizia fatto di condivisione, partecipazione, sostegno, accoglienza, incoraggiamento.

Una rete organizzata per eventi e scambi, da quelli più operativi a quelli culturali, che permette ad ogni genitore di non sentirsi solo nell’impegnativo “mestiere” di far crescere bene i propri figli e di creare nuove amicizie.
Noi genitori lo facciamo perché siamo “egoisti”, ci interessa la felicità dei figli, ma non solo dei nostri, e riusciamo più facilmente a realizzare questo impegno stando insieme, pronti a darci una mano, a confrontarci, a condividere le esperienze quotidiane.


Offriamo un ambiente confortevole, un clima sereno, un modello testato in decenni di successo nel mondo, la tutorialità (fin dal 1974), l’omogeneità, il fare scuola insieme docenti e genitori,
c’è di più? Sì!
Ecco altre iniziative spontanee di collaborazione tra genitori e altre attività organizzate per le famiglie.

       facilitare i genitori (in particolare le mamme che lavorano) offrendo un servizio pullman e favorendo l’aiuto reciproco per accompagnare e riportare a casa i figli a scuola;
       incontri serali per aiutare ad affrontare i problemi legati all’adolescenza;
       organizzazione di soggiorni in località turistiche (mare e montagna) per condividere parte delle proprie vacanze con altre famiglie (un successo anche con i figli adolescenti);
       incontri e iniziative per aiutare i figli nella scelta dell’università, ma anche ad arrotondare la “paghetta” con attività di baby-sitting, traduzioni, ripetizioni…;
       trovare aiuto nell’educazione, nel lavoro, nelle piccole cose;
       dialogare con serenità con la scuola per individuare miglioramenti;
       trovare il sostegno di adulti affidabili quando c’è bisogno di un aiuto esterno per i nostri figli adolescenti.

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