lunedì 16 luglio 2012

Il nido dell'Aurora




Sviluppa le capacità razionali e psicomotorie di tuo figlio fin dai primi mesi della sua vita.


Il progetto educativo Aurora, a misura di ogni bambino, grazie all'applicazione del metodo Optimist aiuta il piccolo a sviluppare la propria personalità e a potenziare le proprie capacità intellettive fin dai primi mesi di vita, in un ambiente accogliente ed affettuoso in cui tutti si sentono a proprio agio.


Guarda il nostro video di presentazione


Vieni a scoprire di più


Telefona al numero XXXXX e fissa un appuntamento, anche per conoscere le nostre condizioni di retta interessanti.












mercoledì 16 maggio 2012

Un bagno di cultura: oltre la scuola c'è di più



A noi piace capire. Andare a fondo. E' quello che insegniamo nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole.




Perché libero è chi conosce la verità, e questa bisogna studiarle, andarla a stanare nascosta com’è nelle pieghe della realtà.
Per questo organizziamo incontri, dibattiti, presentazioni, cineforum, serate a tema. Senza stancarci. Perché vogliamo che sia offerta a tutti la possibilità di andare oltre, di trovare la strada che li conduca verso la verità.

Ai ragazzi proponiamo le diet conference: incontri con personaggi di spicco del mondo culturale con i quali scambiare opinioni. Tra tutti quelli che si sono messi a disposizione dei liceali ne ricordiamo due, riconoscibili in queste foto: 

Luca Manzi, sceneggiatore cine-televisivo (tra l’altro ha firmato la prima serie di Boris) oltre che scrittore; 




Alessandro D’Avenia, di mestiere professore (Prof 2.0 per di più) per passione scrittore di fama.

Per gli adulti tra gli altri tre incontri che hanno attratto folle che definiremmo oceaniche, straboccanti oltre la sala prevista, intorno alle 400 persone insomma:
Costanza Miriano, scrittrice e blogger molto nota; 




Mariolina Migliarese, psichiatra infantile autrice di due libri sulla famiglia; 


Giacomo Poretti, questa volta per noi insieme alla moglie e senza i suoi colleghi comici Aldo e Giovanni.  

















Si fa presto a dire tutor


Dalla nostra fondazione, 1974, il tutor è al fianco dei genitori nel sostenere la crescita dei figli verso la felicità nell’età adulta.
La tutoria Faes
per garantire alti standard qualitativi,
coinvolge tutto il personale docente e viene sviluppata secondo un rigoroso e accurato percorso di formazione specifica degli insegnanti.
Obiettivo costante: aprire una relazione personale e dedicata con ogni persona, per scoprire insieme le occasioni di miglioramento, nello studio e nel proprio comportamento sociale, agendo in team con gli altri insegnanti e i genitori.
Nel tutor ragazze e ragazzi trovano una persona preparata
che li aiuta a riflettere e a confrontarsi con la realtà che li circonda con maggiore consapevolezza, a ricercare, nelle proprie risorse, le soluzioni alle difficoltà che si incontrano nel cammino di crescita.

Nel tutor la famiglia trova un alleato,
che ha a cuore lo sviluppo individuale, è pronto a sviluppare con i genitori le strategie e le tattiche educative più efficaci, a condividere con loro il progetto educativo più adatto e coerente.

La figura del tutor nel FAES ci permette di affermare concretamente:
Insieme a voi perché diventare uomo e donna conta,
insieme a voi per la loro felicità presente e futura!



Sì viaggiare: la finestra sul mondo





Le Scuole FAES, da sempre impegnate a sostenere un'educazione di qualità, guardano anche al mondo e offrono ai propri allievi opportunità di attività svolte in ambito internazionale grazie anche alla rete di collaborazione con numerose altre scuole che nel mondo si ispirano ai medesimi principi educativi.

In quanto membro dell’EASSE (European Association Single-sex Education) l’internazionalizzazione è diventata una dimensione cardine attraverso la realizzazione di tre progetti di qualità:

-       “Change the World Model United Nations”, un percorso di cittadinanza e relazioni istituzionali internazionali organizzato dall'ONU, con alla base l'interazione tra studenti provenienti da Paesi differenti, lo scambio di culture e il concetto di multiculturalità; dal 2009 gruppi di studenti dei licei Faes hanno ottenuto la possibilità di partecipare alla fase conclusiva dell’attività annuale presso la sede ONU di New York City.

-       Progetto “Comenius”, ovvero uno scambio di studenti su scala europea, all'interno del Lifelong Learning Programme promosso dalla Commissione Europea, per far capire l'importanza delle radici comunitarie;

-       Certificazione linguistiche effettuate da enti internazionali con preparazione obbligatoria in orario curricolare e opzionale in quello extracurricolare.






Noi dell'Aurora siamo poliglotti



Bisogna parlare tante lingue per aiutare le famiglie con figli piccoli:

bisogna saper parlare ai bimbi e stimolare la loro crescita accompagnandoli alla scoperta del mondo, di se stessi e dei loro talenti;


bisogna saper parlare ai genitori affiancandoli nel compito di essere guide sicure ed esempio saldo per educare i propri figli in questo primo tratto di percorso che è così significativo perché traccia la rotta e pone le basi di tutto il viaggio che verrà.

Bisogna saper comprendere le lingue che questi piccini parlano e trovare il linguaggio più adatto che permetta di scatenare il potenziale che hanno dentro.
Il metodo educativo di Aurora, testato e consolidato in tutti questi anni di esperienza, ci permette di affermare che queste lingue ormai le padroneggiamo con sicurezza.

Per questo ci possiamo definire poliglotti.


Noi dell'Argonne siamo ribelli



C’è qualche cosa che ci dà proprio fastidio: la gabbia dei luoghi comuni, dei pregiudizi, delle falsità. Contro questo vogliamo ribellarci: vogliamo combattere per capire che cosa sia la verità e diventare liberi insieme ad essa.

Questo è il grido di battaglia di Faes Argonne: sconfiggere i 
nemici del vero, del bello, del buono per liberare la libertà.

Questo quello che intendiamo come ribellione.

La nostra scuola si impegna per questo, per aiutare ognuno dei nostri ragazzi a trovare la sua dimensione ribelle dentro di sé e con essa la forza di mettersi al servizio della società per aiutare tutti a conquistare quella libertà delle coscienze che permette di agire rettamente stando solidi sul fondamento di valori non rinunciabili.

Studiare è importante in Argonne, ma c’è qualche cosa che conta ancora di più: non ci interessa lo studio di tuo figlio, ma tuo figlio che studia. Il nostro compito è far sì che senta la voglia di studiare anche quando non ne ha voglia, non perché lo studio sia lo scopo della vita, ma proprio perché attraverso lo studio, come mezzo e non come fine, sia possibile raggiungere il proprio scopo nella vita.

Come ha fatto Stefano, il cui racconto vi regaliamo qui sotto.



Stefano Marguccio


Classe 1975, maturità 1994, si laurea in giurisprudenza nel 1999 all'Università Statale di Milano. Dopo una breve esperienza lavorativa frequenta nel 2003 il Master in Management Pubblico organizzato dalla Scuola di Direzione Aziendale della Bocconi con una borsa di studio del Comune di Milano. Nel 2004 entra a far parte della carriera diplomatica, suo pallino fin da quando aveva 16 anni. Sposato con Cristina e padre di Giulia, nata nel 2006, parte per la sua prima sede estera come Console d'Italia a Scutari in Albania. Dal 2010 è il Rappresentante Permanente Aggiunto dell'Italia presso le Organizzazioni delle Nazioni Unite in Roma.


1) Che cosa le ha dato in particolare di positivo Argonne che le è servito per la sua crescita personale?
Ho frequentato la Scuola Argonne alle medie e al liceo, due periodi chiave per la formazione della persona che sono oggi. Ripensando a quel percorso direi che la cosa più importante è stata la consapevolezza di partecipare ad uno sforzo educativo in cui docenti e discenti si sentivano parte di un progetto comune. Una scuola in cui i bidelli non ci sono e dove quindi gli studenti dedicano una piccola parte del loro tempo a turno a svolgere un servizio per la struttura, una scuola in cui un professore si fa carico di parlare alla classe di virtù umane e civiche, una scuola in cui si cerca il rapporto personale con l'alunno e il dialogo è davvero una struttura rivoluzionaria. In questo modo non si formano solo studenti preparati e motivati, ma anche cittadini pronti al servizio della comunità e al rispetto delle regole e credo che mai come oggi ci sia bisogno di promuovere valori come questi.

2) In che modo Argonne l’ha aiutata ad affrontare il mondo professionale?
Il Liceo mi ha aiutato a consolidare due cose che ritengo fondamentali anche per la mia vita lavorativa di oggi: un buon metodo di studio e una forte curiosità intellettuale. Le relazioni internazionali oggi sono caratterizzate dal dover gestire una quantità incredibile di informazioni sia di tipo normativo che fattuale. Solo un adeguato esercizio di spirito critico, accompagnato ad una buona memoria e alla gestione del tempo, ti permettono di organizzare queste informazioni e di renderle utili per il lavoro e si tratta più o meno degli stessi strumenti utili a preparare un'interrogazione di letteratura. L'Argonne poi mi ha insegnato ad affrontare lo studio in un'ottica multidisciplinare, facendo collegamenti continui tra storia, matematica, geografia, economia e letteratura. Questo sguardo a trecentosessanta gradi ritengo sia ancora oggi lo sguardo con cui, da diplomatico, devo guardare il mondo.

3) Scuola omogenea maschile: un vantaggio o uno svantaggio? Perché?
Direi sia vantaggio che svantaggio. Per una breve stagione della mia vita sono stato educatore scout e so bene che maschi e femmine tra gli 11 e i 18 anni appartengono a due mondi molto differenti (e i maligni potrebbero insinuare che anche dopo le cose non migliorano). L'educazione "sartoriale" per i due sessi ha dunque senso. Per parte mia poi non posso non affermare che i legami stretti all'Argonne con i miei compagni di classe siano un tesoro che custodisco ancora oggi, dopo aver cambiato città e Paese, e ritengo che alla profondità di quei legami abbia di sicuro contribuito il fatto che la nostra fosse una classe solo maschile. Per vivere bene un'esperienza del genere ritengo però sia fondamentale che il singolo venga aiutato a costruirsi parallelamente un ambito di socializzazione "misto". Per me è stato lo scoutismo, per altri miei amici, l'oratorio. Qui credo entrino in gioco i genitori e le attitudini alla socializzazione del singolo.

4) Un mondo tutto maschile: assomiglia più ad una caserma, ad una squadra sportiva o a un'avventura di pirati? Perchè?
Non ho fatto il militare e non ho mai partecipato ad una squadra, quindi mi resta solo l'opzione piratesca, che dal punto di vista professionale dovrei condannare come hostes humani generis. Quello che posso dire è che, per una felice combinazione di ottimi professori e compagni di classe straordinari, i miei anni alle medie prima e soprattutto al liceo poi, sono stati tra i più spensierati e allegri della mia vita. Andare a scuola era un divertimento. Nonostante ci fossero dei gruppi di compagni più affiatati (quando ci ritroviamo per una cena facciamo ancora riferimento ai Bambini Buoni, ai Bambini Cattivi e ai Bambini di Ponzio Pilato), avevamo un forte spirito di classe e abbiamo di sicuro dato filo da torcere a più di un professore con il nostro cameratismo. Se devo trovare un parallelismo immaginifico direi che eravamo un po' come Robin Hood e gli Allegri Compagni della Foresta.

5) Può condividere un breve ricordo, un episodio, della sua vita scolastica?
Le prime immagini che mi vengono in mente non sono particolarmente edificanti, del tipo io che mi calo con un lenzuolo dalla finestra della camera in gita scolastica, oppure il mio amico Sergio che entra dalla finestra della classe vestito da Babbo Natale e distribuisce regali al professore di Biologia per evitare di fare lezione, ma se smetto di ridere sento anche il silenzio religioso mentre ascoltavamo le lezioni di storia del Professor Torresani, le discettazioni tra noi sulla poesia di T.S. Eliot e quella voglia di cambiare il mondo che oso dire che ci è rimasta, anche oggi che abbiamo i capelli bianchi e delle mogli e dei figli che ci aspettano a casa.

6) Perchè scegliere oggi Argonne?
Perchè soprattutto oggi la scelta della scuola è fondamentale per assicurare il futuro dei nostri figli e perchè è palese che l'Italia ha bisogno non solo di buoni studenti ma di buone persone e la persona è al centro del progetto educativo dell'Argonne.

Noi della Monforte siamo femministe





Noi della Monforte siamo femministe perché crediamo nel ruolo centrale della donna nella società e specialmente nella famiglia. Proprio per questo siamo convinti che è necessario sostenere la donna nella sua crescita come persona completa, sicuramente come professionista, ma anche come moglie e madre, se questa sarà la sua vocazione.

Crediamo che un’educazione omogenea faciliti lo sviluppo di una personalità femminile ricca e sana, costruita su quei valori irrinunciabili che valorizzano i tratti peculiari della sua femminilità, la sua predisposizione alla generosità e all’accoglienza, la sua forza di donazione: il suo genio che assicuri la sensibilità per l’uomo in ogni circostanza.

Per questo siamo orgogliosi delle nostre ragazze, alcune delle quali testimoniano nelle interviste che sono state realizzate di recente come i suggerimenti ricevuti negli anni trascorsi alla Monforte abbiano permesso loro di conquistare traguardi, umani e professionali, tali da renderle donne serene e liete.

Noi della Monforte siamo primi a Milano perché la recente indagine della Fondazione Agnelli attribuisce al nostro la prima posizione tra i licei classici ambrosiani. E il semplice segreto, già anticipato nelle righe che precedono, viene svelato dalla preside Laura Boccenti in questa intervista al Corriere della Sera.

Se siete ancora scettici: potete chiedere a loro che cosa ne pensano, cliccando sopra la loro fotografia.